Istantanea

Enel è un gruppo multinazionale che si occupa di produzione e distribuzione di energia elettrica e gas.

Struttura e settori

L’origine del gruppo risale al 1962 quando viene istituito l’Ente Nazionale per l’Energia Elettrica (Enel) in seguito alla nazionalizzazione del sistema elettrico italiano. Nel 1992 l’Ente viene trasformato in Società per Azioni, ma la proprietà rimane interamente nelle mani dello Stato. Nel 1999 viene autorizzata la vendita di azioni della società, che, pur rimanendo a controllo pubblico, oggi appartiene per il 76% a privati (Consob, azionariato 2016). Nel 2001 comincia il processo di internazionalizzazione che trasformerà Enel in una multinazionale dell’energia con attività di produzione e vendita prima in Spagna, Brasile e Nord America e in seguito Est Europa e Russia.
Al 2016, il gruppo Enel, è formato da più di 600 società, dislocate su circa 35 paesi. La capogruppo, Enel S.p.a. ha sede in Italia ed è quotata sulla borsa di Milano.
Il gruppo Enel si occupa di produzione e distribuzione di energia elettrica e gas e gestisce le proprie attività secondo sei raggruppamenti geografici. Oltre all’Italia, che rimane sotto una gestione separata, le altre sono così raggruppate: Iberia (comprendente le attività di Enel in Spagna e Portogallo tramite la controllata Endesa); America Latina; Europa e Nord Africa; Nord e Centro America; Africa Sub-Shariana e Asia.

Da un punto di vista operativo, è organizzata in cinque divisioni che corrispondono alle principali linee di attività: la divisione Generazione Termoelettrica Globale, che si occupa di produzione di energia elettrica; la divisione Infrastruttura e Reti Globale, che si occupa della distribuzione dell’energia; la divisione Energie Rinnovabili Globale, per la produzione di energia dalle fonti rinnovabili (compreso l’idroelettrico), attraverso la controllata Enel Green Power Spa; la divisione Global trading e Upstream Gas, che gestisce l’approvvigionamento di risorse per l’alimentazione delle centrali termoelettriche e investe per conto di Enel nell’esplorazione, produzione e nelle infrastrutture per il trasporto del gas.
Nel 2016 Enel ha prodotto energia per 261,8 TWh  da varie fonti energetiche (200,9 TWh all’estero e 60,9 TWh in Italia). Tra queste il carbone rappresenta il 28% del prodotto, il nucleare il 13%, i cicli combinati a gas il 15%, l’olio e il turbogas l’11%. L’energia prodotta da fonti rinnovabili rappresenta il 33% del totale, ed è ottenuta per il 70% dagli impianti idroelettrici, per il 21% da quelli eolici, per il 7% come energia geotermica, e per il 2% dalle biomasse e dal fotovoltaico.

L’energia elettrica venduta è più di quella prodotta, 263,0 TWh (di cui 168,9 venduta all’estero e 94,1 in Italia). Il 36% dell’elettricità complessivamente distribuita è stata venduta in Italia, il 35% nella penisola iberica, il 24% in America Latina. Enel nel 2016 ha acquistato da altri soggetti energia elettrica per 18,514 miliardi di euro.

Inoltre, Enel ha venduto ai propri clienti 10,6 miliardi di m3 di gas.

In ‘’’Italia’’’, la produzione di energia elettrica è gestita tramite Enel Produzione S.p.a e Enel green power, per quanto riguarda le fonti rinnovabili. In attività sul territorio nazionale, si trovano 31 impianti termoelettrici che assommano una potenza efficiente netta installata pari a 27.761 MW. Se un tempo Enel era l’unico produttore di corrente elettrica in Italia, nel 2015 la sua quota copriva solo il 28% della produzione totale nazionale (fonte: Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico).

La distribuzione sugli impianti e la manutenzione delle centrali è svolta dalla controllata e-distribuzione. Enel possiede più di un milione di chilometri di rete elettrica, a bassa e media tensione. Controlla solo 13 km di linee ad alta tensione; queste erano state cedute nel corso del 2009, a Terna, società quotata in Borsa, controllata dallo Stato per il 29,85% tramite Cdp Reti Spa (sotto il controllo della Cassa depositi e prestiti Spa).
La fornitura ai clienti e la vendita di energia è gestita da Enel Energia, che si occupa della gestione del cosiddetto “mercato libero”, e da Servizio Elettrico Nazionale per quanto riguarda la distribuzione di energia sotto il regime di “maggior tutela”, ossia ai prezzi fissi stabiliti dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas.

Per quanto riguarda la ripartizione in Italia tra mercato libero e regime di maggior tutela, nel 2016 ha fornito energia elettrica a 6.732.570 clienti alle condizioni del mercato libero (+10,3% rispetto all’anno precedente), mentre 20.044.065 ai prezzi della maggior tutela (-4,4% rispetto al 2015). I clienti sono complessivamente calati del 1,1% e nel 2016 erano, 26.776.635. Ha raggiunto 3.876.191 di utenti per quanto riguarda la fornitura di gas (+4,4% rispetto all’anno precedente). Dalla vendita sui mercati finali di gas e elettricità Enel ha complessivamente ricavato in Italia 15,323 miliardi di euro.

Tramite numerose controllate e partecipate si occupa di produzione, distribuzione e vendita di energia elettrica e gas ‘’’in tutto il mondo’’’ (elenco controllate e partecipate p. 413 Relazione finanziaria annuale 2016). La penisola iberica contribuisce al fatturato complessivo per il 26,8%; l’America Latina per il 15,3%; l’Europa e il Nord Africa per il 5,38%, il Nord e Centro America per l’1,5%; l’Africa Sub-Shariana e l’Asia per lo 0,04%.

A partire dal 2007 Enel ha il controllo di Endesa società leader del mercato spagnolo di energia elettrica e secondo operatore in Portogallo con un bacino di utenza complessivo di 13 milioni di clienti. Impiega circa 10,000 lavoratori, e dispone di 174 impianti per la produzione di energia elettrica localizzati, oltre che in Spagna e Portogallo, in Marocco.

Enel gestisce centrali nucleari in Spagna, tramite la controllata Endesa S.A, e Slovacchia, tramite Slovenské elektrárne, a.s.

Tramite Enel Américas e Enel Green Power, opera in Sud America, dove in precedenza tramite il gruppo Endesa (attualmente sotto Enel Green Power) aveva realizzato varie dighe. Tra queste quella del progetto HidroAysén, nella Patagonia cilena e quella del progetto El Quimbo in Colombia.

Svolge attività finanziarie e di investimento attraverso le controllate Enel Investments Holding BV, Enel Finance International BV ed International Endesa BV, tutte localizzate nei Paesi Bassi.

Controllate

Italia (Dicembre 2016):
Enel Green Power Spa, e-distribuzione Spa, Enel Energia Spa, Enel Produzione Spa, Servizio Elettrico Nazionale Spa, Enel Energia Spa

Estero (Dicembre 2016):
Endesa Sa (Spagna), Enel Américas Sa (Cile), Enel Brasil Sa (Brasile), Enel Energie Muntenia Sa (Romania), Slovenské elektrárne Sa (Slovacchia), Enel Russia PJSC (Russia), Enel Finance International NV (Olanda), Enel Green Power International BV (Olanda), Enel Investment Holding BV (Olanda), Enel Energie Sa (Romania), Enel Productie Srl (Romania), Enersis Sa (Cile), Hidroinvest Sa (Argentina), Emgesa Sa (Colombia), Empresa Carbonifera del Sur Sa (Spagna), Enel France Sas (Francia), Enelco Sa (Grecia), Enel Green Power North America Inc (Delaware – Stati Uniti).

Proprietà

Sebbene il 76% del capitale sociale di Enel sia in mani private, lo Stato Italiano, tramite il Ministero dell’Economia e delle Finanze è il principale azionista, con il 23,6%. Il 54 % è detenuto da vari investitori istituzionali (banche, assicurazioni, fondi); e il restante 22,4% è in mano a investitori privati. Le quote degli investitori istituzionali sono per la maggior parte detenute da società nord americane (35,8%); per il 17,9% da società del Regno Unito, per il 27% da società europee, per il 10,2% da società italiane. Tra i privati, il fondo di investimenti inglese Blackrock detiene circa il 5% (fonte Consob: 2017).

Dipendenti

[Dicembre 2016]

Il gruppo impiega di 62.080 lavoratori: il 47% è impiegato in Italia (29.321 lavoratori) il 37% tra Amarica Latina (12.979) e penisola iberica (9695); il restante 16% trova impiego in altri paesi europei e in nord africa (5858), in Nord e Centro America (891), in Africa Sub-Sahariana e Asia (185).

Dirigenti

Maria Patrizia Grieco riveste la carica di presidente e Francesco Starace quella di Amministratore Delegato e direttore generale. Gli altri membri del consiglio sono Alfredo Antoniozzi, Alberto Bianchi, Cesare Calari, Paola Girdinio, Alberto Pera, Anna Chiara Svelto, Angelo Taraborrelli.

Fatturato

Nel 2016 ha realizzato un fatturato di 70,592 miliardi di euro (in flessione rispetto all’anno precedente del 6.7%), di cui più della metà (il 52%) è stato incassato in Italia (36,975 miliardi di euro).

Profitti

L’utile complessivo netto nel 2016 è stato di 3,787 miliardi di euro (+12% rispetto all’anno precedente)

Comportamenti

Sud del mondo

Nel corso degli anni varie popolazioni locali dell`America Latina hanno accusato Enel di danneggiare l`integrità ambientale e sociale dei loro territori.

In Colombia la societa` Emgesa, aveva commissionato per conto di Enel la costruzione di una gigantesca diga ad El Quimbo, nella regione di Huila. La prima pietra era stata posta nel Novembre 2010. Nonostante la resistenza delle comunità locali che avevano denunciato come la costruzione dell’impianto, sul territorio fertile nei municipi di Gigante, Garzón e Agrado, avrebbe rappresentato una catastrofe per l’economia locale, al 2016, la centrale risulta operativa.
La protesta delle popolazioni locali è stata violentemente repressa nel corso degli anni. Il 14 e 15 febbraio 2012 erano stati sgomberati centinaia di manifestanti che si erano accampati sulla sponda del fiume Magdalena, di cui veniva progettata la deviazione per costruire la diga. Il bilancio è stato di sette feriti. Uno di loro, un ragazzo di 20 anni, ha perso un occhio (Il Fatto Quotidiano, Enel, all’assemblea i diritti dei popoli minacciati dalle dighe in America latina, 30 Aprile 2012; Corriere della Sera, La maxi diga che fa tremare il governo colombiano, 2 Aprile 2012).
Il professor Millar Dussan, Presidente dell’associazione Asoquimbo che si era mobilitata per contrastare la realizzazione del progetto era stato citato in giudizio in quanto responsabile dell’interruzione della viabilità stradale e dell’occupazione delle terre di proprietà dell’impresa. La difesa, nell’ottobre 2016, ha richiesto la caduta delle accuse sulla base del fatto che erano stati gli stessi lavori per la costruzione della diga a causare l’interruzione della strada. Prima dell’udienza, COSPE insieme ad altre 70 organizzazioni ha lanciato il “Manifesto della società civile internazionale in difesa di Miller Dussán e Asoquimbo” per la cessazione della prosecuzione giudiziaria. Il 6 febbraio 2017 il processo è stato prosciolto con la caduta delle accuse a carico di Dussan e Asoquimbo.

In Guatemala, Enel, attraverso Enel Green Power, è propietario della centrale idroelettrica di Palo Viejo, operativa dal Marzo 2012. I rappresentanti del gruppo etnico Maya-Ixeles hanno denunciato una grave insufficienza nei processi di consultazione in merito alla realizzazione della centrale. «Il mio Paese ha ratificato la Convenzione 169 dell’Organizzazione del Lavoro delle Nazioni Unite, che riconosce i diritti alla terra dei popoli tribali e specifica che debbano essere consultati prima dell’approvazione di qualsiasi progetto sulle loro terre», ha precisato il vescovo Alvaro Ramazzini, già presidente della Conferenza Episcopale guatemalteca e ora portavoce delle comunità locali nel dialogo con Enel. «La Corte Costituzionale ha stabilito che tutti i diritti sanciti nella convenzione hanno status costituzionale, il che significa che lo Stato deve consultare i popoli indigeni prima di approvare qualsiasi licenza mineraria o idroelettrica nei loro territori, ma nel caso di Palo Viejo ciò non è stato fatto» ha aggiunto il prelato, anche lui giunto a Roma nel Maggio 2012 per l’assemblea degli azionisti di Enel. «Da quando sono iniziati i lavori per la diga, le acque del fiume Cotzal, che prima erano limpide e costituivano un elemento indispensabile per l’economia locale, sono perennemente inquinate, mentre l’ecosistema della regione è stato stravolto», spiega Concepcion Santay Gomez, sindaco della comunità indigena di Cotzal. «Eravamo contrari a questo progetto, ma visto che ormai è quasi completato chiediamo a Enel che almeno ci riconosca delle giuste compensazioni per i danni subiti dai fiumi e dalle montagne che abitiamo da migliaia di anni, accordandoci almeno il 20 per cento dei profitti derivanti da Palo Viejo». (Il Fatto Quotidiano, Enel, all’assemblea i diritti dei popoli minacciati dalle dighe in America latina, 30 Aprile 2012).
L’impianto di Palo Viejo al 2016 risulta operativo, sotto la gestione della società Renovables de Guatemala, S.A, controllata di Enel Green Power.

Nella Patagonia cilena la società HidroAysén, che nel 2010 Enel controllava tramite il gruppo Endesa, aveva in progetto di costruire 5 centrali idroelettriche, con relative dighe tra il fiume Baker e il fiume Pascua, in un territorio totalmente incontaminato. Per tale motivo il progetto aveva visto l`opposizione de Il Consejo de Defensa de la Patagonia, coalizione di 58 organizzazioni del Cile, Argentina, Canada, Spagna e Italia. Le centrali richiederanno anche l’installazione di una rete distributiva costituita da 2 mila chilometri di linee elettriche e 6 mila imponenti tralicci alti fino a 70 metri. Il problema era stato sollevato anche all’interno dell’assemblea degli azionisti di Enel, nell’Aprile 2010, attraverso la partecipazione di Luis Infanti De La Mora, vescovo dell’Aysén (Cile), su proposta della Fondazione Culturale Responsabilità Etica, che ha acquistato una partecipazione minima di Enel, per esercitare pressione tramite l’azionariato critico (Intervento della Fondazione Culturale Responsabilità Etica Onlus all’Assemblea degli Azionisti Enel del Maggio 2010).
Nel giungno 2014, il Comitato dei ministri del Cile, ha bocciato la valutazione di impatto ambientale delle cinque dighe. Il ministro dell’ambiente Pablo Badenier ha dichiarato in quell’occasione: “HidroÁysen è un cattivo progetto e non siamo obbligati a finanziare cattivi progetti” (http://comune-info.net/2014/06/enel-patagonia/)

Ambiente

Nel 2016 Enel ha avviato un processo di dismissione che interessa 23 centrali termoelettriche. Rimangono tuttavia attive sul territorio italiano 5 centrali a carbone, tra le quali quelle di Civitavecchia e Brindisi tra le più grandi e inquinanti d’Europa, come segnalato dal rapporto “Europe’s Dirty 30”.

Nella assemblea degli azionisti di maggio 2017, Enel annuncia un piano di chiusura completo che interesserà tutte le centrali a carbone in Italia entro il 2030. Nella stessa occasione è stata formalizzata l’interruzione del contratto di fornitura con le imprese multinazionali, Drummond (Stati Uniti) e Prodeco/Glencore (Svizzera), da cui veniva comprato il carbone colombiano che per anni ha alimentato le centrali italiane. Questa decisione segue una campagna di pressione portata avanti da varie organizzazioni internazionali che avevano denunciato come nelle aree interessate dalle attività estrattive, tra i dipartimenti del Cesar e della Guajira, le multinazionali abbiano imposto i propri interessi con la violenza, sui lavoratori e sulle popolazioni locali, causando enormi danni ambientali (Rapporto di Re:common).

Enel gestisce centrali nucleari in Spagna, tramite la controllata Endesa S.A, e Slovenia, tramite Slovenské elektrárne, a.s.

Da vari anni, sul monte Amiata, in Toscana, Enel gestisce 5 centrali geotermiche, che sono state oggetto di contestazioni da parte di comitati di residenti per il loro impatto sulla salubrità dell’aria e dell’acqua e per il loro effetto sul livello della falda acquifera. In particolare essi hanno denunciato ripetutamente l’immissione nell’atmosfera di concentrazioni rilevanti di mercurio, arsenico, acido solfidrico, acido borico, ammoniaca, piombo, metano, radon, spesso in misura superiore ai limiti ammessi dalla legge. Inoltre denunciano la contaminazione della falda acquifera con arsenico, situazione che la regione ha sanato innalzando ripetutamente la quota legale ammissibile nell’acqua potabile. Infine denunciano l’abbassamento preoccupante della falda acquifera concomitante con lo sviluppo della geotermia.
Ad oggi (2016), in tutta la Toscana sono presenti 35 centrali geotermiche ENEL (fonte: Arpat), nelle aree di Larderello, Radicondoli, Lago, e Piancastagnaio, tra le province di Pisa, Siena e Grosseto. Un nuovo progetto, che interessa l’area dell’Amiata e il comune di Piancastagnaio, è stato avanzato nell’aprile 2017 e trova la netta opposizione dei comitati locali.

Paradisi fiscali

Benchè controllata dal governo italiano, il gruppo dispone di varie decine di finanziarie e filiali domiciliate in paradisi fiscali tra cui Delaware (USA), Lussemburgo, Panama, Olanda, Irlanda, Costa Rica, (Enel, Relazione finanziaria annuale 2016).

Regimi oppressivi

Il gruppo ha attività in Russia, dove sono domiciliate numerose filiali. Ha filiali anche in Arabia Saudita, Colombia, Messico, Indonesia (Enel, Relazione Fianziaria annuale, 2016).

Consumatori e legalità

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, in data 4/5/2017, ha aperto un’istruttoria nei confronti di Enel, A2A ed Acea, volta ad appurare se queste abbiano adottato pratiche scorrette con l’obbiettivo di spostare al mercato libero i propri clienti sotto contratto di “maggior tutela”.

In varie occasioni il gruppo in passato ha subito condanne da parte dell’Antitrust per pubblicità ingannevoli e altre scorrettezze nei confronti dei consumatori. Nel settembre 2013 Enel Energia S.p.a. è stato multata per 100 mila euro in merito ai possibili profili di ingannevolezza della pubblicità inerente l’offerta ‘Tutto compreso gas taglia S 15euro al mese'(provvedimento n. 24508). Nel Dicembre 2009 è stato multato per 50 mila euro (provvedimento n. 20620), nel Dicembre 2008 per 90 mila euro (provvedimento n. 19232), nel Novembre 2008 per 250 mila euro (provvedimento n. 19223), nell’Ottobre 2008 per complessivi 435 mila euro (provvedimento n. 19000), nel Settembre 2008 per complessivi 1,2 milioni di euro (provvedimento n. 18829) (www.agcm.it).

L’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas ha sanzionato, in più occasioni, le società del gruppo Enel per condotte lesive nei confronti dei cittadini e varie altre inadempienze. Nel periodo 2010/2011 sono state multate Enel Servizio Elettrico Spa per un importo pari a 330 mila euro (Deliberazione del 30 settembre 2011, numero 90/11), Enel Distribuzione Spa per un importo complessivo pari a 1.089.000 euro (Deliberazione del 7 aprile 2011, numero 46/11, Deliberazione del 7 febbraio 2011, numero 17/11), Enel Energia Spa per un importo pari a 872 mila euro (Deliberazione del 14 ottobre 2010 – VIS 109/10), Enel Rete Gas Spa per un importo pari a 450 mila euro (Deliberazione del 21 maggio 2010, numero 33/10).
Nell’Ottobre 2010 l’Autorità per l’energia ha comminato 872 mila euro di multa a Enel Energia, filiale di Enel per aver emesso bollette poco trasparenti (Autorità per l’energia elettrica e il gas, Delibera VIS 109/10, 14 Ottobre 2010).